Nel 1933, il ginnasio-liceo di Foligno fu intitolato a Federico Frezzi († 1416) autore del Quatriregio del decursu della vita humana. Il 12 dicembre 2006, è stato promosso nel medesimo Istituto il Centro di ricerche Federico Frezzi per lo studio della civiltà umanistica, formalizzato con atto notarile del 15 maggio 2007.
Tra i soci fondatori - insieme a
studiosi, docenti e cittadini - vi sono il Liceo Classico, il
Comune di Foligno, la Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno,
l’Associazione ArcheoClub Foligno, l’Alliance Française
Delegazione di Foligno, il Gruppo Bazzica.
Nel corso dei secoli, si è susseguita una notevole produzione di codici e di edizioni a stampa del poema frezziano. Quanto a queste ultime, è da segnalare l’edizione critica licenziata nel 1725 dall’Accademia dei Rinvigoriti di Foligno, qui da noi espressione anche dell’Arcadia, con la Colonia Fulginia. Le nostre attività di ricerca ed editoriali si muovono pertanto sui filoni seguenti: la biografia di Frezzi e la sua personalità umana e letteraria; i codici del Quadriregio, e la loro consistenza nelle biblioteche nazionali e internazionali; le edizioni a stampa, fin dall’Editio princeps del 1481; gli sviluppi umanistici nell’Umbria tardomedievale e moderna, anche di altri Autori; le fonti letterarie o critiche della poetica frezziana; le biografie riguardanti i letterati che formavano il circuito arcadico folignate; l’attività degli studiosi frezziani, con particolare riguardo ad Enrico Filippini (1867-1941), autore nel 1914 dell’ultima riedizione del Quadriregio per l’importante editore Giuseppe Laterza.
Tra gli obiettivi fondamentali del
Centro Frezzi, il Convegno internazionale su di lui e sulla sua
opera, con la conseguente pubblicazione degli Atti del Convegno
stesso, una nuova edizione del suo poema Quadriregio.
DOCUMENTO | AUTORE | AZIONI |
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AUTORE: ELENA LAURETI
TITOLO: Il Quadriregio di Federico Frezzi da Foligno. Un viaggio nei Quattro Regni Curatori: LUOGO: FOLIGNO EDITORE: ORFINI NUMEISTER ANNO: 2007 COLLANA: PAGINE: 592 NOTE: con illustrazioni tratte dall’edizione del Quatriregio in terza rima volgare che tracta di quatro Reami, Firenze, Ad petitione di Ser Pietro da Pescia, 1508, senza ISBN. ISBN: ABSTRACT: Il libro è nato da un’occasione esterna: il cinquantenario della statalizzazione del Liceo Classico folignate Federico Frezzi, in realtà funzionante fin dall’Ottocento. L’occasione senza dubbio corrispondeva a un interesse interiore da parte dell’ex studentessa liceale Elena Laureti, come ben spiega la medesima nell’Introduzione. Frezzi scrisse un’opera poetica, didascalica e allegorica, davvero considerevole per i tempi in cui visse: più di dodicimila versi in terzine incatenate. Il testo è stato analizzato minuziosamente, contestualizzato al periodo storico e all’ambiente in cui è nato; dietro alle analisi formali, stilistiche e retoriche si sono estrapolati i messaggi profondi che Frezzi, maestro in Sacra Teologia, ha voluto trasmettere. Al corpus principale dello studio esegetico dei settantaquattro capitoli, sono state aggiunte alcune Appendici riguardanti le connessioni tra il poema e i cicli pittorici dei Palazzi signorili; le problematiche critiche riguardanti codici, edizioni, titolo, tempi di composizione, dedicatario; la biografia del poeta con gli elementi della letteratura a disposizione. Il titolo invalso nel corso dei secoli, Quadriregio, sta a indicare i quattro regni (scanditi in quattro libri) visitati dal protagonista, identificabile col poeta. Il suo viaggio si svolge dapprima in luoghi terrestri e natii, poi prosegue in un mondo soprannaturale. Nel regno d’Amore, il giovane si rapporta con le potenti dinamiche dell’istinto entro una natura rigogliosa, dominata da meccanismi legati all’inconscio, alla sessualità. Infine il giovane diventa consapevole che lasciarsi guidare dai soli bisogni fisici, genera un’esistenza ingannevole. Suoi ingannevoli compagni sono stati Cupido e Venere che lo hanno accompagnato in un meraviglioso luogo popolato di ninfe amorose e fuggitive. Dopo le brucianti delusioni, il protagonista decide di indirizzare se stesso all’acquisizione di un più maturo equilibrio spirituale, grazie alla guida della dea della sapienza, Minerva. Il penoso processo di maturazione inizia nel regno di Satana: l’inferno e il dominio di Satana sulla Terra rappresentano l’impatto con la violenza del Male. Il protagonista con sicura autodeterminazione e grazie a Minerva in qualità di fidata scorta, vuole percorrere la strada, disagevole e piena di mostri, che lo porterà ad una reale purificazione dello spirito. Il percorso di elevazione morale prosegue nel regno dei Vizi; l’analisi dei vizi umani produce immaginifiche allegorie che visualizzano le nostre paure e che ci spingono a distanziarcene. È nel regno delle Virtù, lasciata Minerva e con l’aiuto di sante guide, che si conclude il viaggio spirituale e “fisico” del poeta: qui c’è la testimonianza del raggiunto equilibrio umano, sapienziale e religioso dell’eroe che, attraverso cadute, sofferenze, illusioni, ha finalmente raggiunto la meta che si era prefissata: la purificazione e la visione di Dio per un solo, e troppo breve, attimo. Fin dal primo libro il messaggio sotteso, ma ravvisabile in tutto il poema, è che gli individui hanno una chance formidabile per giungere a Dio: il sacerdozio alla dea Minerva con lo studio della filosofia, base imprescindibile per avvicinarsi alla teologia, quindi a Dio. Ma soprattutto la ricerca e la conquista dell’equilibrio individuale e dell’equilibrio sociale sono l’espressione più autentica del messaggio frezziano e manifestazione dei continui e ripetuti richiami che l’autore, con voce più o meno sonora, costantemente suggerisce. La sua constatazione è che al disequilibrio interiore corrisponde un disequilibrio nel sociale; le dinamiche politiche, la corsa al potere, anziché essere frutto di adempimento dei valori peculiari dell’essenza umana, sono il risultato dei disvalori ad essi simmetrici, ma per negatività: alla generosità, magnanimità, liberalità, i disvalori della grettezza, dell’egoismo, dell’avarizia; al rispetto della giustizia, la corruzione più abietta; al rispetto della patria, corsa per un potere personalistico e prepotente, il tutto suffragato dalla violenza più cinica e dalla mancanza di una qualsiasi considerazione per la vita umana, persino per quella dei familiari più intimi. Messaggio di perenne attualità. |
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AUTORE:
TITOLO: Il vescovo e il notaio /2. Regesti e trascrizioni dai protocolli (1410-1416) di Francesco d’Antonio, notaio del vescovo Federico Frezzi da Foligno Curatori: Maria Biviglia, Elena Laureti, Federica Romani LUOGO: Foligno EDITORE: Centro di ricerche Federico Frezzi ANNO: 2015 COLLANA: Collana “Frezziana” PAGINE: 183 NOTE: presentazione di Paolo Franzese, coordinamento editoriale di Elena Laureti ISBN: 978-88-905629-4-5 ABSTRACT: Questa seconda pubblicazione dei regesti degli atti del notaio Francesco di Antonio di Foligno, rogati dal febbraio 1410 a giugno 1416, relativi a Federico Frezzi nella sua funzione di vescovo, competa la precedente edizione del 2011. Si sono analizzati i registri del notaio dal 1404 (episcopato frezziano) a giugno 1416, allorché in un atto si dice chiaramente “per morte di Federico”, in realtà deceduto intorno al 20 marzo del 1416 a Costanza, durante il Concilio. La collaborazione, siglata da un Protocollo di Intesa, è stata tra Liceo Classico folignate Federico Frezzi, Archivio di Stato di Perugia, sezione di Foligno, il Centro di ricerche Federico Frezzi. Coordinatrice del Progetto “Scuola e Archivio”, la professoressa Elena Laureti, in collaborazione con le dottoresse archiviste Maria Biviglia e Federica Romani. Gli studenti liceali, anno scolastico 2010-2011, dopo aver acquisito le competenze per leggere la scrittura notarile quattrocentesca, hanno vagliato i registri del notaio per individuare quegli atti in cui era attore Frezzi. Il lungo e paziente impegno di studio, di analisi e di interpretazione dei documenti ha portato alla pubblicazione di tali documenti quasi totalmente inediti. Dallo studio complessivo di tutti i rogiti abbiamo un quadro completo di quanto denaro contante o sotto forma di lasciti testamentari circolasse in un episcopato di una città dell’Italia centrale nel primo quindicennio del Quattrocento: uno studio inedito e originale. |
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TITOLO: Il vescovo e il notaio. Regesti e trascrizioni dai protocolli (1404-1410) di Francesco d’Antonio, notaio del vescovo Federico Frezzi da Foligno Curatori: Maria Biviglia, Elena Laureti LUOGO: Foligno EDITORE: Centro di ricerche Federico Frezzi ANNO: 2011 COLLANA: Collana “Frezziana” PAGINE: 137 NOTE: presentazione di Paolo Franzese, coordinamento editoriale di Roberto Tavazzi, fotografia e grafica di Michelangelo Spadoni (www.artroom.it). ISBN: 978-88-905629-1-4 ABSTRACT: La pubblicazione dei regesti dei numerosi atti del notaio Francesco d’Antonio di Foligno, rogati dal febbraio 1404 a gennaio 1410, relativi a Federico Frezzi nella sua funzione di vescovo, scaturisce da una significativa esperienza di acquisizione di sapere archivistico da parte di dieci studenti del Liceo Classico folignate “Federico Frezzi”. Gli studenti hanno condiviso con la dottoressa archivista Maria Biviglia un lungo e paziente impegno di studio, di analisi e di interpretazione di quei documenti. Sotto la guida della professoressa Elena Laureti, ideatrice del Progetto “Scuola e Archivio”, anno scolastico 2009-2010, in collaborazione del Centro di ricerche Federico Frezzi, si sono create le condizioni perché la scuola e l’Archivio di Stato potessero incontrarsi, sperimentando modalità di apprendimento fondate su un nuovo e più promettente rapporto fra teoria e pratica, fra lezione frontale e laboratorio formativo. L’iniziativa testimonia altresì come didattica della storia e didattica degli archivi riescano a trovare utili terreni d’incontro, sui quali i giovani possano imparare a lavorare direttamente con le fonti documentarie e orientarsi nei “labirinti” degli archivi. |
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TITOLO: Nella Foligno di Federico Frezzi. Nobili e cittadini, popolani e contadini, frati monache confrati e notai (1341-1416) Curatori: Maria Biviglia, Elena Laureti, Federica Romani LUOGO: Foligno EDITORE: Centro di ricerche Federico Frezzi ANNO: 2015 COLLANA: Collana “Frezziana” PAGINE: 366 NOTE: presentazione di Paolo Franzese, coordinamento editoriale di Elena Laureti, fotografia o repertorio fotografico e grafica di Michelangelo Spadoni (www.artroom.it). ISBN 978-88-905629-7-6. ISBN: ABSTRACT: La pubblicazione di questo terzo volume è frutto della collaborazione tra Liceo Classico F. Frezzi, il Centro di ricerca F. Frezzi di Foligno e la Sezione di Archivio di Stato di Foligno, collaborazione concretizzatasi dall’unità di intenti tra docenti, i membri del Direttivo del Centro Frezzi, le dottoresse archiviste Maria Biviglia e Federica Romani e sedici studenti liceali entusiasti della ricerca su documenti storici primari. Oltre alla trascrizione e regestazione degli Atti, a cura di Biviglia e Romani, nel volume è presente un articolato saggio di Laureti la quale, analizzando rogiti inediti, delinea la figura storica di Frezzi nei suoi rapporti con i concittadini e in particolare con i membri, finora del tutto sconosciuti, della casata dei Trinci, nonché con la famiglia signorile al governo della città. La “Ricerca di Archivio”, terzo progetto coordinato dalla professoressa Elena Laureti, ha ampliato lo spazio temporale: 1341-1416, grazie all’elevato numero dei registri notarili analizzati e nel numero dei notai: Giovanni, Francesco Caroni, Masseo Gervisa, Giovanni Germani, Francesco di Antonio, Angelo Caroni, Rinaldo di Cagno, Francesco Pucciarelli, Luca Lilli, Tommaso Vannucci, pur permanendo l’ambito spaziale: Foligno, eccezionalmente Perugia. |
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TITOLO: Federico Frezzi e il Quadriregio nel Sesto Centenario della sua morte (1416-2016) Curatori: Elena Laureti e Daniele Piccini LUOGO: Ravenna EDITORE: Longo Editore ANNO: 2020 COLLANA: Memoria del tempo, Collana di testi e studi medievale e rinascimentali PAGINE: 808 NOTE: (Memoria del tempo, Collana di testi e studi medievale e rinascimentali diretta da Johannes Bartuschat e Stefano Prandi, 63), 808 pp., con inserto iconografico di Michelangelo Spadoni ISBN: 978-88-9350-023-4 ABSTRACT: Il Convegno internazionale di studi “Federico Frezzi e il Quadriregio nel sesto centenario della morte (1416-2016)”, tenutosi a Foligno e a Perugia dal 23 al 25 febbraio 2017, organizzato dal Centro di ricerche F. Frezzi e dall’Università per Stranieri di Perugia, ha portato alla pubblicazione degli Atti, punto di arrivo ma insieme punto di partenza per nuovi studi finalizzati a una rinnovata edizione del poema Quadriregio. I contributi sono ventiquattro, i contributori ventisette. JEAN BAPTISTE DELZANT, La signoria dei Trinci all’epoca del Frezzi. ELENA LAURETI, Federico Frezzi e i Trinci. MARIA BIVIGLIA-FEDERICA ROMANI, Federico Frezzi attraverso i documenti notarili folignati. CARLA FROVA, La formazione di Federico Frezzi nel quadro dell’organizzazione scolastica dei predicatori. CARLO LONGO, Federico Frezzi. Note biografiche. MARINA SORIANI INNOCENTI, Federico Frezzi ‘licentiatus et vesperiatus’ nello studium di Santa Caterina in Pisa. SANDRO BERTELLI, La tradizione manoscritta del Quadriregio di Federico Frezzi. Alcuni approfondimenti. IDA GIOVANNA RAO, I Codici frezziani della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze. MARTINA STELLA, Il Codice ariostesco del Quadriregio. M. ALESSANDRA PANZANELLI FRATONI, La fortuna del Quadriregio nelle prime edizioni a stampa. EDOARDO BARBIERI, Le antiche edizioni del Quadriregio nella storia dell’antiquariato e del collezionismo librario. GIOVANNA LAZZI, L’apparato decorativo del Quadriregio tra manoscritti e stampe. DANIELE PICCINI, Questioni filologiche relative al Quadriregio. CARLA GAMBACORTA-ENZO MATTESINI, Sondaggi sulla lingua del Quadriregio dalla tradizione manoscritta all’Editio Princeps del 1481. FRANCESCO SCOMPARIN, Le rime del Quadriregio e la fonte dantesca e in Appendice il suo fondamentale e ricco rimario, Le rime del Quadriregio. SAVERIO BELLOMO, Federico Frezzi sulle orme di Dante. CRISTIANO LORENZI, Il Quadriregio di Federico Frezzi e Fazio degli Uberti. MAURIZIO COCCIA, Federico Frezzi geografo? Spazi e paesaggi nei regni del Quadriregio. STEFANO ANDRES, Federico Frezzi giurista? Tracce, spunti, connessioni. ALBERTO VIGANÒ, La teologia delle Virtù nel IV libro de Il Quadriregio alla luce della Summa Theologiae di s. Tommaso d’Aquino. PAOLA TEDESCHI-ATTILIO TURRIONI, La riflessione di Federico Frezzi sul tirannicidio. MARIA GRAZIA BIANCHI, Jacopo Corbinelli lettore di Federico Frezzi. ANNA CERBO, Il Quadriregio di Federico Frezzi e la Sirenide di Paolo Regio. CORRADO VIOLA, Il Quadriregio nei giudizi dei principali teorici e critici arcadici. |
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AUTORE: Giacomo Biancani
TITOLO: De Diis Topicis Fulginatium Epistola. Ristampa anastatica Curatori: Elena Laureti LUOGO: Foligno EDITORE: ArcheoClub Foligno e Centro di ricerche Federico Frezzi ANNO: 2013 COLLANA: PAGINE: 223 NOTE: con illustrazioni, traduzione del testo latino di Claudio Stella, contributi di Lucia Bertoglio, Elena Laureti, Maria Romana Picuti, postfazione di Fabio Bettoni, coordinamento di Elena Laureti, fotografia e grafica di Michelangelo Spadoni (www.artroom.it). ISBN: 978-88-905629-5-2 ABSTRACT: Giacomo Biancani [Tazzi] nasce e vive a Bologna (1729-1789); diventa professore di Lettere Greche, poi di Antichità nella prestigiosa Università di Bologna; dai suoi numerosi studi manoscritti, dall’epistolario, dalle opere edite, emerge il culto delle antichità classiche e la passione per la ricerca e per la catalogazione dei reperti archeologici. Biancani instaura dei legami con la realtà culturale e storica folignate tramite l’Accademia Fulginia, di cui diventa membro nel 1761. Si interessa alla querelle sorta intorno alle scritture epigrafiche, incise su due antiche lapidi, ritrovate nel territorio di Foligno e note da molto tempo. L’erudito bolognese risolve la questione sulla natura divina di Supunna e Fulginia, nomi incisi sulla pietra, sostiene che esse sono dee peculiari della sola città di Foligno, evidenziando in tal modo l’antichità della città stessa, altra questione rimasta in sospeso tra gli eruditi e gli storici fin dai secoli precedenti. L’Accademia Fulginia pubblica immediatamente questa pregevole ricerca antiquaria. Il Centro di ricerche Federico Frezzi ha promosso la ristampa anastatica di De Diis Topicis Fulginatium Epistola con la traduzione del testo latino, corredandola di apparato critico per i molteplici risvolti di natura storica, culturale, letteraria, nonché sociale, considerando che il Settecento è il secolo della modernità, di cui noi siamo eredi. |
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AUTORE: Franco Bosi
TITOLO: In dialetto. Parole e frasi dalla parlata di Foligno Curatori: LUOGO: Foligno EDITORE: Centro di ricerche Federico Frezzi ANNO: 2012 COLLANA: Collana “L’Infanzia delle Parole” PAGINE: 382 NOTE: con illustrazioni. Prefazione di Elena Laureti, postfazione di Fabio Bettoni con dedica di Luciano Cicioni, coordinamento editoriale di Lucia Bertoglio, grafica di Michelangelo Spadoni (www.artroom.it). ISBN: 978-88-905629-2-1 ABSTRACT: Il Centro di ricerche Frezzi cerca anche di mantenere e far conoscere il ricchissimo patrimonio culturale e letterario che sin dal Medioevo fino ai nostri giorni ha caratterizzato la nostra città e il territorio umbro. Per tali motivi un vocabolario in “dialetto” umbro-folignate ha, nel Centro Frezzi, la sua ragion d’essere perché Frezzi era di Foligno, perché una delle critiche negative del passato consisteva nel rimarcare come nel poema fossero presenti molti idiotismi dell’area folignate; al contrario le opere che mantengono nel loro eloquio locuzioni natìe, vocaboli della lingua madre, sono oggi privilegiate dalla critica moderna, perché sono identificative di autore e opera e perché possiedono il tocco della freschezza espressiva che le rende uniche. In realtà molti termini qualificati come dialettismi erano parte di un vocabolario letterario di impronta già toscaneggiante. Nella pubblicazione di Franco Bosi, In dialetto. Parole e frasi dalla parlata di Foligno, sono sorprendentemente presenti termini che si leggono nel Quadriregio di Frezzi: crisu o creso per “creduto”; basciare e basciu o bascio, presenti nell’italiano antico; avrìa per “avrebbe” è nel Quadriregio arìa; appo per dire “presso” è nel folignate là ppe [l’appé]: uguale la matrice latina ăpud ăd pŏst; così mèle e fèle dai neutri latini (latino classico) fěl e měl, che si ritrovano nella nostra parlata con l’articolo neutro lo (lo mèle e lo fèle) dall’aggettivo dimostrativo neutro ĭllud; arrosciare e roscio, tipici del folignate, sono spesso usati da Frezzi per indicare “arrossire” e “rosso”; altra comune locuzione, derivante dal verbo latino capěre, nel significato di “contenere”, è cape (non ce cape), ovvero “non ci entra”; il fracido e il mezzo di Frezzi li ritroviamo nel fracidu e nel mezzu di Bosi, entrambi dal significato di “fradicio, troppo maturo”, entrambi dal latino: frăcĭdum e metĭum; e così via. Il “vocabolario” di Franco Bosi, ricco di parole ed espressioni peculiari, talora gustosissime per la loro materialità, rappresenta per tutti noi, folignati e non, culturalmente attenti, un valido supporto per gli studi di settore, nonché un amo lanciato nel poema frezziano, alla ricerca di una loquela che, nonostante i secoli, nonostante le denigrazioni che i molteplici dialetti italiani hanno dovuto subìre, in nome di un ignorante snobismo, ancora oggi è viva e vivace tra i giovani. |
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AUTORE: Franco Bosi
TITOLO: Da lu centru de lu munnu. Dalla parlata di Foligno alla lingua italiana Curatori: LUOGO: Foligno EDITORE: Centro di ricerche Federico Frezzi ANNO: 2017 COLLANA: Collana “L’Infanzia delle Parole” PAGINE: 331 NOTE: con illustrazioni. Prefazione di Elena Laureti. Coordinamento editoriale di Lucia Bertoglio, fotografia e grafica di Michelangelo Spadoni (www.artroom.it). ISBN: 978-88-905629-9-0 ABSTRACT: Tutte le opere letterarie dell’area umanistica, a qualsiasi spessore artistico appartengano, dal poema alla cronaca storica, dalla frottola al capitolo, alla lirica, dalla commedia al vocabolario dialettale, sono tra di loro interconnesse proprio dalla specifica appartenenza all’ambito umanistico, ovvero rispondere agli intenti del Centro di ricerche Frezzi che recita: “per lo studio della civiltà umanistica”, intendendo la “civiltà” sia in senso orizzontale e sincronico (Umanesimo-Rinascimento), sia in senso verticale e diacronico (ogni area umanistica). Di Franco Bosi il Centro Frezzi ha già edito nel 2012, In dialetto. Parole e frasi dalla parlata di Foligno, dall’italiano in dialetto umbro-folignate, ricchissimo di voci e frasi idiomatiche, di estremo interesse per gli studiosi del settore e non; ora il giusto corrispettivo del secondo tomo: dal dialetto all’italiano, anch’esso un concentrato di vocaboli, espressioni, modi di dire complessi che sfociano in proverbi talora dal significato esilarante. Franco ha voluto con molta determinazione mantenere la memoria del dialetto folignate, ristretto, sostiene lui, all’area di via Cortella, zona Canapè, piazza Giordano Bruno, nota ai Folignati come piazza San Domenico per l’imponente mole della chiesa e del complesso conventuale domenicano. È fondamentale recuperare parole, locuzioni, proverbi che rischiano - un’incommensurabile perdita - di sparire dalla bocca dei parlanti; alla potenziale scomparsa di alcuni vocaboli, o di un dialetto, o addirittura, di un intero sistema linguistico di un popolo sulla Terra, suppliscono gli strumenti organizzati dall’uomo: le registrazioni, la grammatica, il vocabolario che fissano quello straordinario sistema linguistico, che rientra nelle norme comunicative di un preciso gruppo di parlanti, minoritario o maggioritario che sia. Il vocabolario in dialetto diventa allora il custode della lingua stessa, ma anche un libro di storia e di storia economica, di sociologia, e persino di “archeologia” culinaria, quando, nella storia d’Italia, la povertà era endemica e il “genio” culinario delle nostre antenate si rivolgeva alle erbe di campo, al pane, alla polenta, al muso lesso, alle zampe, alla cotica del maiale, alla trippa, alle interiora, alle lumache, cibi a buon mercato, malgrado ciò olezzanti di erbe di campo, appetitosi e tornati oggi sulle tavole dei ristoranti per clienti raffinati. |
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AUTORE:
TITOLO: Nella Foligno di Federico Frezzi. A conclusione di una ricerca (2009-2016) Curatori: Maria Biviglia, Elena Laureti, Federica Romani LUOGO: Foligno EDITORE: Centro di ricerche Federico Frezzi ANNO: 2016 COLLANA: Collana “Frezziana” PAGINE: 168 NOTE: Coordinamento editoriale di Elena Laureti, fotografia o repertorio fotografico e grafica di Michelangelo Spadoni (www.artroom.it). ISBN: 978-88-905629-8-3 ABSTRACT: La pubblicazione del quarto volume nasce dalla collaborazione tra Liceo Classico F. Frezzi, il Centro di ricerca F. Frezzi di Foligno e la Sezione di Archivio di Stato di Foligno, collaborazione concretizzatasi dall’unità di intenti tra docenti, i membri del Direttivo del Centro Frezzi, le dottoresse archiviste Maria Biviglia e Federica Romani e studenti liceali molto partecipi per procedere nella ricerca su documenti storici primari. La “Ricerca di Archivio”, progetto coordinato dalla professoressa Elena Laureti, ha ampliato la sua indagine: dal XII al XV secolo, pur permanendo l’ambito spaziale: Foligno e il suo territorio. La presente operazione editoriale ha la funzione di raccordo con l’intero corpus notarile già edito nei tre volumi precedenti e scandisce per ogni volume d’archivio editato un accurato indice dei nomi. Persone, benefici ecclesiastici e contrattazioni economiche, inseriti in precise schede, documenti inediti, trovano una loro puntuale collocazione: nel tempo, nello spazio, nella storia. |
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AUTORE: Alfonso Ceccarelli
TITOLO: De Clitumno flumine celeberrimo. Opusculum Curatori: Lucia Bertoglio LUOGO: Foligno EDITORE: Centro di ricerche Federico Frezzi ANNO: 2012 COLLANA: Collana “Humanae Litterae” PAGINE: 127 NOTE: Coordinamento editoriale di Elena Laureti, introduzione di Elena Laureti, traduzione di Claudio Stella, fotografia e grafica di Michelangelo Spadoni (www.artroom.it). ISBN: 978-88-905629-3-8 ABSTRACT: Sebbene il Centro Frezzi tragga il suo nome dall’eminente vescovo folignate, un complesso mondo culturale ruota intorno a lui, nello spazio, nel tempo, nelle personalità, nei generi letterari. Tra le personalità, il nostro interesse si è rivolto ad Alfonso Ceccarelli, scrittore di più opere, qui autore del De Clitumno flumine celeberrimo opusculum: siamo nel tardo Rinascimento che sfuma nella Controriforma (nel 1563 si chiude il quasi ventennale concilio di Trento, iniziato nel 1545), e forse la condanna capitale subìta dal Nostro non è estranea al clima di maggiore severità, instauratasi nella Chiesa cattolica, contro i separatisti cristiani. Gli spazi sono Bevagna, città natale, in Umbria, di Ceccarelli, e quelli geografici e letterari delle Fonti del Clitunno, nell’area di Campello sul Clitunno. Il genere prescelto è quello del (piccolo) trattato scientifico, scritto in lingua latina, ricco di riferimenti e memorie con brani letterari tratti da opere della romanità di autori, anzi auctores, che del luogo avevano parlato. Proprio a fronte di un copioso materiale e alla presenza in esso di alcune discrasie, l’Autore si propone di mettere ordine sulle Fonti del Clitunno: affronta l’origine del nome Clitumnus (a Roma dio fluviale Clitumnus); descrive l’ambiente delle vene sorgive e di scorrimento dell’alveo, la portata delle acque fluviali, la qualità dell’acqua. Tuttavia Ceccarelli, avendo alterato alcuni documenti e notizie storiche, si ritroverà la nomea di essere il Falsario per antonomasia, benché ci si presenti come un personaggio interessante e poliedrico sia dal punto di vista culturale che umano, degno di essere ancora oggi studiato, e forse oggi più che mai, dati i nuovi strumenti tecnologici in nostro possesso, per ritrovare negli infiniti meandri della rete telematica quel Fabius Vopiscus e quel Gabinius Laetus che vengono definite da Lucia Bertoglio “fonti problematiche”. Il Centro di ricerche Frezzi ha deciso di ripubblicare il testo originale di Alfonso Ceccarelli, un intellettuale della cultura umanistico-rinascimentale umbra, autore di un’operetta preziosa non solo per gli apporti letterari, ma soprattutto perché è la prima che fa il punto sulle conoscenze del luogo e delle acque che scorrono ai confini di Foligno. Il Clitunno e i suoi “rivoli” hanno per noi, abitanti dell’area al di qua del Tevere, e che corre tra Assisi, Foligno e Spoleto, una straordinaria valenza culturale e persino affettiva. L’operazione che ha permesso la fruibilità dell’opera ceccarelliana, è frutto di diverse componenti, sia istituzionali, che intellettuali. |
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TITOLO: L’edizione Arndes del Quadriregio di Federico Frezzi da Foligno (Perugia, 1481). Facsimile dell’incunabolo Inc. 1101 della Biblioteca Comunale Augusta di Perugia Curatori: Elena Laureti LUOGO: Perugia EDITORE: Fabrizio Fabbri Editore ANNO: 2009 COLLANA: PAGINE: 78 NOTE: Volume (83 pp.) allegato in cofanetto al facsimile del Quadriregio Arndes, testi di Elena Laureti e Piero Scapecchi, presentazione di Maurizio Tarantino ISBN: 978-88-89298-91-6 ABSTRACT: Il Centro Frezzi ha ritenuto necessaria la ristampa facsimilare dell’Editio Princeps del Quadriregio di Federico Frezzi, affidando l’operazione editoriale a Fabrizio Fabbri, editore in Perugia. Tale operazione si compone della princeps e di un volume distinto con i contributi di Elena Laureti sull’opera e la poetica frezziana, di Piero Scapecchi sullo stampatore e su dove si trovi l’incunabolo perugino, e di Maurizio Tarantino sul contesto culturale del Quattrocento, i due volumi sono contenuti in cofanetto. Il Quadriregio ha avuto una discreta fortuna nella stampa delle origini: sette le edizioni in un trentennio, tra il 1481 e il 1511, stampate in differenti città: Perugia (1481), Firenze (1489), Milano (1488), Bologna (1494), Venezia (1501), Firenze (1508), Venezia (1511). Un “successo” editoriale confermato anche da, almeno, una trentina di copie manoscritte. Il nostro incunabolo porta la data del 1481; lo stampatore è il tedesco Stefano Arndes (Arns, Arnes, Steffen, Steffano, Stephans) e inizia a Perugia la sua attività tipografica nel 1481, documentata da esemplari tuttora reperibili. La princeps del poema frezziano è chiamata “la Perugina”: stampata a Perugia, la Biblioteca Augusta conserva lo splendido esemplare qui riprodotto. Il facsimile dell’incunabolo è la riproduzione totalmente fedele, anche nei colori, dell’esemplare catalogato nell’Augusta con la collocazione Inc. 1101. Nella produzione di incunaboli perugini (oltre sessanta quelli conservati in varie biblioteche italiane ed estere), il Quadriregio presenta un valore particolare, specie se considerato riguardo agli sviluppi dell’umanesimo umbro e alla rarità delle copie conservate. Nel colophon del Quadriregio lo stampatore Steffen Arndes riservò buono spazio all’autore dell’opera e alla correttezza del testo, ricorrendo alla formula,divenuta poi distintiva, della ‘somma diligenza’ usata nel preparare i testi ai torchi: «Finiscie el libro decto el Quatriregio del decursu de la uita humana de messer Frederico ia uescouo della cicta de Fuligni Maestro eximio in sacra theologia fratre dell’ordine de sancto Dominico con summa diligentia emendato. Et impresso a Peruscia per Maestro Steffano arns almano nel M.cccc.lxxxi.» |
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AUTORE: Elena Laureti
TITOLO: La Frottola de’ cento Romiti di Marco Rasilio da Foligno Curatori: LUOGO: Spoleto-Foligno EDITORE: Michelangelo Spadoni Editore e Centro di ricerche Federico Frezzi ANNO: 2020 COLLANA: Collana “Humanae Litterae” PAGINE: 142 NOTE: con illustrazioni. Coordinamento editoriale di Elena Laureti, fotografia e grafica di Michelangelo Spadoni (www.artroom.it). ISBN 978-88-945857-0-4. Euro 18. (Edizione ampliata rispetto a Elena Laureti, La Frottola de’ cento Romiti di Marco Rasilio da Foligno, presentazione di Ettore Orsomando, Spoleto, Michelangelo Spadoni Editore, 2018, 112 pp., con illustrazioni, ISBN 978-88-94061-63-5). ISBN: 978-88-94061-63-5 ABSTRACT: La Frottola de’ cento Romiti, scritta da Marco Rasilius (Foligno, metà sec. XV- † 1508), è una narrazione in versi di un’esperienza soprannaturale, un viaggio iniziatico di cento romiti, ambientato in un virtuale mondo-altro, cristiano e pagano insieme. Gli eremiti dovranno superare prove durissime, mostri infernali, magie spaventose se vorranno elevarsi fino a conoscere le supreme cose. Saranno solo tre ad arrivare a tanto. Marco, in un’apparente illogicità dotata di senso, esprime le diaboliche e celestiali avventure attraverso il genere e la forma della frotta, raffinata proprio nella ricerca minuziosa del popolaresco. Si snodano davanti al nostro sguardo di lettori un affastellamento di parole italiane, latine, dialettali, di neologismi; un’accozzaglia di suoni in forma di parole mai udite; elencazioni di nomi di pietre magiche; nomi di piante taumaturgiche; il tutto regolato sui ritmi dei versi dissimili nel numero delle sillabe: un genere burlesco che si inserisce a pieno nel clima culturale del Rinascimento italiano. L’Autore, che si dichiara poeta, medico, filosofo, compone, oltre a La Frottola de’ cento Romiti, sonetti, egloghe, strambotti, rispetti d’amore, capitoli d’amore, pastorali, epistole. Degni di particolare nota l’Epistola scritta per Elisabetta Gonzaga, vedova di Guidubaldo da Montefeltro e il poemetto intitolato La conversione di santa Maria Maddalena, e la vita di Lazzaro, e di Martha, in ottava rima, historiata; il testo trae ispirazione dalle Sacre scritture e dai Vangeli apocrifi. Segnalate a nome di Marco l’operetta in latino Ordinationes divini Officij totius anni, edita, e due opere inedite: Lamento o pianto della Madonna e la commedia Cercina. |
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AUTORE: Benedetto Pisani
TITOLO: Fulginia. Rime anacreontiche Curatori: LUOGO: Foligno EDITORE: Centro di ricerche Federico Frezzi ANNO: 2010 COLLANA: Collana “Echi Frezziani” PAGINE: 203 NOTE: con illustrazioni. Edizione a cura di Elena Laureti con una nota filologica di Attilio Turrioni, coordinamento editoriale di Roberto Tavazzi, fotografia e grafica di Michelangelo Spadoni (www.artroom.it). ISBN: 978-88-905629-0-7 ABSTRACT: Benedetto Pisani, della nobile e rinomata famiglia di Venezia, aggregato all’Accademia dei Rinvigoriti di Foligno, onora tale aggregazione scrivendo un poemetto dedicato alla dea Fulginia, stampato nel 1723 (Benedetto era nato nel 1700). Il giovanissimo poeta immagina di intraprendere un viaggio che si snoda tra ambienti reali e virtuali; descrive i luoghi folignati, i fiumi, gli incontri con i grandi personaggi del passato, tra cui Frezzi che gli tende le braccia, e rinomati personaggi viventi indicati col nome arcadico, di Foligno o alla città legati tramite le accademie, come l’eminente Giovan Mario Crescimbeni, il custode dell’Arcadia di Roma. Ma la vera protagonista è la dea Fulginia, divinità totemica della città, o la città stessa divinizzata, che con lui si relaziona; il poeta è accompagnato da una giovane incognita, che poi si scopre essere la famosa poetessa folignate Battista Vitelleschi, forse amata dal Nostro. Il libro editato dal Centro Frezzi, Fulginia. Rime anacreontiche, è suddiviso in una prima parte dedicata alla trascrizione del testo originale del poemetto, elaborato da Benedetto Pisani: cinquantadue i sonetti anacreontici, concatenati in sequenze logiche. La composizione poetica è preceduta dalla Prefazione di Angelo Guglielmo Artegiani, dalla Censura a firma di Pier Marino Barnabò, principe dell’Accademia dei Rinvigoriti, e di Giovan Battista Boccolini, segretario dell’Accademia. Oltre all’integrazione di note esplicative relative ai sonetti, Elena Laureti, nella seconda parte del volume, a completezza dell’opera, ha scritto un saggio di carattere storico-letterario distinto in capitoli sulla biografia dell’autore, sulla poetica dell’opera, sul contesto storico-culturale che ha portato alla nascita dell’Accademia d’Arcadia di Roma, quindi alla nascita della colonia d’Arcadia a Foligno, il dibattito sulla lapide di Tutilia (emersa nel 1671) con le conseguenti ipotesi sulla divinità o meno di Fulginia. L’analisi degli pseudonimi greci o grecizzanti dei pastori arcadi, nominati da Pisani in Fulginia, è stata compiuta da Attilio Turrioni. |
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AUTORE: Bruno Marinelli
TITOLO: Altari, Cappelle e Sepolcri. Il caso della chiesa di San Domenico in Foligno (1410-1859) Curatori: LUOGO: Foligno EDITORE: Centro di ricerche Federico Frezzi e Alliance Française ANNO: 2015 COLLANA: Collana “Dominicana” PAGINE: 134 NOTE: con illustrazioni. Introduzione e coordinamento editoriale di Elena Laureti, fotografia e grafica di Michelangelo Spadoni (www.artroom.it). ISBN: 978-88-905629-6-9 ABSTRACT: Il libro Altari, Cappelle e Sepolcri. Il caso della chiesa di San Domenico in Foligno (1410-1859), che il Centro di ricerche Federico Frezzi per lo studio della civiltà umanistica ha dato alle stampe, è il risultato dell’attenta disanima archivistica di Bruno Marinelli. Il libro è formato da due parti; la prima ha l’eloquente titolo di I tesori scomparsi della chiesa di San Domenico, ed è dedicata alla ricostruzione virtuale delle cappelle e degli altari che adornarono per secoli l’imponente edificio. Laddove i documenti d’archivio reperiti lo hanno reso possibile, Marinelli ha cercato di dare un’idea di quale fosse la magnificenza dei manufatti artistici, quindi di mettere in luce il nome dei committenti dei lavori di edificazione ed ornamento, degli artisti esecutori (delle vere scoperte inedite), senza dimenticare il nome dei componenti della famiglia conventuale domenicana, protagonisti anch’essi, quali concedenti il sito di costruzione, dell’opera di arricchimento che portò la chiesa al suo massimo splendore. La seconda parte del volume si intitola Il “Libro dei sepoltuari” della chiesa di San Domenico, e nasce dall’analisi di un manoscritto conservato nella Biblioteca Comunale “Dante Alighieri” di Foligno. Il documento, seppur con molte lacune, elenca il nome dei defunti sepolti nella chiesa tra Cinque e Ottocento, e consente di conoscere i casati cittadini di ogni ceto che sono stati titolari di sepolcri, così come i nomi di tanti altri cittadini, i quali per speciale devozione scelsero di seppellirsi in questa chiesa, e quelli dei religiosi che vi furono tumulati. Dietro l’apparente aridità della memorizzazione burocratica e dietro i nomi dei personaggi sepolti nella chiesa, si apre ai nostri occhi uno spaccato storico di straordinario valore, sociologico e sanitario. Tra i vari registri compilati nel corso del tempo dai frati domenicani in Foligno, risulta particolarmente interessante un registro di ricordanze, dal titolo il Libro generale delle memorie, redatto nel 1754 dal frate domenicano Tommaso Maria Duranti († 1793), sindaco e sottopriore annuale del convento di Foligno, e che si rifà a precedenti manoscritti, ora dispersi. Interessante la sua personalità, accademico di rilievo dell’Accademia Fulginia di Foligno, filosofo e poeta di lunghi componimenti in versi, ricercatore dei reperti archeologici che confermassero l’antichità della sua città di adozione. |
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AUTORE: Stelvio Sbardella
TITOLO: Viaggio nei quattro Regni. Il Quadriregio. Federico Frezzi, Progetto teatrale a cura di Stelvio Sbardella Curatori: Elena Laureti LUOGO: Foligno EDITORE: Centro di ricerche Federico ANNO: 2009 COLLANA: Collana “Echi Frezziani” PAGINE: 22 NOTE: fotografia e grafica di Michelangelo Spadoni (www.artroom.it), senza ISBN ISBN: ABSTRACT: |
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